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Omologarsi a un gruppo, far parte del branco o del gregge, è un atto passivo per l’essere umano.

Esploriamo il significato profondo della parola “branco”. Questo termine deriva da “branca”, che originariamente indicava la zampa anteriore di un animale capace di ferire con gli artigli, o l’arto di un uccello predatore. Già nell’etimologia si cela un’immagine di aggressività e sopraffazione. Il branco non evoca un gruppo nobile o virtuoso, ma una forza collettiva che agisce con istinto brutale, senza riflessione, travolgendo l’individuo. Chi entra in un branco non costruisce bellezza né ordine, ma diventa parte di un meccanismo che si nutre di dominio e omologazione.

Passiamo ora al termine “gregge”. La sua origine latina, “grex”, richiama qualcosa di grezzo, ruvido, privo di consapevolezza. Chi fa parte di un gregge segue il cammino già tracciato senza porsi domande, senza interrogarsi sul senso delle proprie azioni. Il gregge rappresenta l’inerzia, la pigrizia intellettuale, l’abbandono della propria capacità di discernere.

Branco e gregge conducono entrambi a un’unica condizione: l’omologazione. E l’omologazione non genera equilibrio, ma diffidenza, sopraffazione e divisione. Il desiderio di conformarsi nasce da una profonda ricerca di approvazione, dal bisogno di essere accettati anche a costo di sacrificare la propria unicità.

Ma qual è il senso profondo della parola “approvazione”? Dal latino “approbatio”, essa indica l’atto di cercare il consenso altrui, di mendicare conferme esterne per colmare un’insicurezza interiore. Chi vive in funzione del giudizio degli altri si priva della libertà di scoprirsi, di esprimere il proprio talento, di abbracciare la propria essenza.

E dunque, qual è la via alternativa? Non conformarsi, non cercare l’approvazione, non dissolversi nella massa. L’essere umano non è nato per perdersi nel numero, ma per riconoscere la propria unicità e portarla nel mondo.

Ed ecco un concetto stimolante: il vero obiettivo è diventare “egregio”. Questa parola, dalle radici latine “ex-grege”, significa “colui che esce dal gregge”. Ma non si tratta di una ribellione fine a sé stessa. L’egregio è colui che intraprende un cammino di consapevolezza, che si interroga, esplora nuove vie, cerca una verità più profonda. Ha compreso che la conoscenza autentica non si trova nella massa, ma nella propria individualità.

Sii egregio: esci dal gregge, trova la tua voce, crea la tua armonia.

Domanda per la riflessione

Le scelte che faccio ogni giorno, le parole che uso, i pensieri che coltivo sono davvero miei o sono il riflesso di ciò che altri si aspettano da me?

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