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La frase “do ut des” – “do affinché tu dia” – racchiude in sé una profonda saggezza che affonda le radici nella comprensione del movimento rotatorio dell’energia e nel valore spirituale del dare e ricevere. Comunemente è intesa come un atto egoistico o di convenienza, (ti do allo scopo di ottenere qualcosa per me, come, per esempio, un favore), Ma se compresa nella pienezza del suo significato, questa frase si rivela essere una chiave che apre la porta alla conoscenza profonda della natura dell’universo perché spiega come il dare permette all’energia vitale di continuare a esistere, a fluire, crescere e trasformarsi senza interruzioni.

Il reale significato di “do ut des”
“do ut des” non significa semplicemente “Do affinché tu dia” ma quello più specifico di “Io ti do qualcosa affinché tu dia indietro, renda qualcosa”. Cioè devi rendere indietro qualche cosa perché tu ne hai bisogno per crescere. Infatti quel rendere è inteso in senso trasformativo, evolutivo è il dare indietro qualcosa che fa diventare.
Nella porta bassa il concetto di diventare è molto importante: una delle frasi più significative del percorso  è – non seguire ma diventa – cioè diventa la tua essenza, quello che sei per natura; puro amore e protezione.
Non si tratta solo di un dare materiale, ma di uno stimolo alla circolazione di energia.
Il “do” iniziale, l’atto di colui che dà per primo, è l’atto che dà inizio a questa circolazione energetica, un atto che non è fine a sé stesso, ma che è volto a generare una trasformazione, un’evoluzione. Quando qualcuno dà, permette all’altro di accedere a qualcosa che lo arricchirà, che lo aiuterà a crescere.
Il “do” che segue, il secondo do che spetta a colui che ha ricevuto, è, però, altrettanto fondamentale.
Dato che l’energia vitale, per essere fertile, deve sempre circolare, non deve mai fermarsi, (altrimenti rischia di bloccarsi, di cristallizzarsi, diventando sterile), colui che ha ricevuto, per non fermarla o accumularla, deve quindi restituire a sua volta qualcosa, non necessariamente in forma materiale.
Ma qui sta il punto fondamentale.
La restituzione deve essere accompagnata da un principio universale fondamentale: la gratitudine.

Perché la gratitudine è così importante?
Perché è un atto che nasce nella mente, ma arriva profondamente al cuore. La gratitudine è generata da un pensiero positivo, che ha il potere di annullare qualsiasi energia negativa fin dall’inizio. Questo rende l’energia che viene restituita altrettanto creativa e trasformante quanto quella iniziale, dando vita a un circolo virtuoso di evoluzione e crescita.
Come viene spiegato nel percorso della Porta Bassa la gratitudine non consiste semplicemente nel dire “grazie”, ma si deve sentire un’autentica necessità di restituire, di riconoscere ciò che si è ricevuto e di volerlo dare indietro sotto forma di un gesto che nutra l’altro. La gratitudine è il vero motore che mantiene in vita e nutre il flusso energetico.
Il processo di circolazione dell’energia che la frase do ut des innesca è simile al passaggio da un do minore a un do maggiore nelle ottave di una composizione musicale, dove la melodia sale e si arricchisce, diventando sempre più luminosa.
La legge dell’ottava, infatti, ci insegna che l’energia non si deve fermare, ma deve salire, trasformarsi, espandersi.
Il vero significato di “do ut des” quindi si svela in questa visione: l’essere umano, attraverso il suo atto di dare, sceglie di sostenere il flusso incessante dell’energia vitale, quella stessa energia che mantiene in vita l’universo e che regola l’armonia e l’ordine al suo interno.
In questo modo la mente si connette all’anima in modo stabile e definitivo, e l’essere umano inizia a “diventare” ciò che è per natura, un essere in grado di amare, proteggere e di sostenere la vita e l’armonia nell’universo.

Il denaro come energia di trasformazione
Se avete sentito dire che il denaro ha una sua spiritualità, ora sapete di che cosa si stava parlando: se la restituzione di quanto si è avuto avviene in denaro ecco che il denaro cessa di essere solo un mezzo materiale e diventa un mezzo spirituale che sostiene il movimento continuo dell’energia vitale, evita che il flusso energetico e la connessione tra l’essere umano e l’universo si interrompano.

Restituire a chi ti ha dato: rendere per diventare
Il ciclo energetico diventa ancora più potente quando restituiamo direttamente a chi ci ha dato. Se qualcuno ci offre qualcosa gratuitamente, anche un semplice gesto di riconoscenza – un dono, un pagamento, un contributo simbolico – è un modo per onorare il flusso energetico e mantenerlo attivo. Quando acquistiamo qualcosa che migliora la nostra vita, il pagamento o il dono che offriamo non devono essere visti come una mera transazione, ma come uno scambio energetico che ci permette di diventare qualcosa di più.
È un atto di gratitudine, e come abbiamo detto, il pensiero di gratitudine è uno dei più potenti per eliminare le energie negative e potenziare quella creativa vitale. Non dare indietro equivale a bloccare il proprio cammino evolutivo, mentre restituire è un atto di trasformazione: rendere per diventare. Questo concetto profondo sottolinea che la crescita avviene solo se il flusso è attivo, solo se ci rendiamo partecipi della circolazione dell’energia positiva.
Dare per ricevere, restituire per diventare: è così che il ciclo si compie e che possiamo trasformare la nostra vita in una continua espansione verso il bene e l’abbondanza.

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